mercoledì 23 febbraio 2011

blog: atto primo

Non mi è ancora chiaro quale intricato processo mentale mi abbia spinto ad aprire un blog, sarà forse ad uso inconsciamente terapeutico. Eppure scrivo un blog,ora. Le decisioni che prendo, fanno sempre leva su due perni : noia o abitudine. Ovviamente le scelte per noia si dimostrastrano spesso interessanti, sempre segrete, quasi intime...sempre se decisioni possono chiamarsi quelle che sei chiamato prendere da una forza primordiale, istintiva e razionalmente maniacale.
Probabilmente ho infranto le regole del galateo dei Blogger, dovrei presentarmi, ma parlare di me stessa in aggettivi mi ha sempre messa in crisi, vuoi per la frammentarietà del mio io, vuoi per la decadenza della mia coscienza; mentre descrivere il mio modo di vivere, il mio modo di pensare, lo trovo più facile, gli attribuisco una finalità quasi didattica. Presuntuosa da sapere chi sono? si certo. Anagraficamente ho 22anni, me sento un centinaio, ma non per l'esperienza: di quella non ne ho e non credo che la mia razionalità lascerà mai che ne abbia, ma sento il peso di anni che non ho per tutte le cose che riescono ad essere contenute nella mia mente, senza dimenticare mai nulla,  ricordando ogni minimo particolare che quando diviene scoveniente, inosopportabile, viene modificato e plasmato,inserito in una nuova vita che io non vivo, osservo, che io non critico, accetto. Le mie mille esistenze mi si configurano come idee, ispirazione e se mi è consentito arte. L'arte della rappresentazione è sempre stato qualcosa di insito in me, istintivo, precoce, ridurre l'attimo in una superfice macchiata, sublimarla. Una decisione per noia mi ha portato ad essere una studentessa di architettura, una per abitudine di ingegneria. Sono nel Limbo della formazione universitaria, verrò partorita da una facoltà di ingegneria edile-architettura che forse ha contribuito ancora di più a sfaccettare il mio ego già così controverso. Io sono quello che faccio, mi concretizzo mai nell'azione ma solo nella creazione.
00:54, dovrei dormire, non è insogna, mai avuta, ma voglia di non far finire il giorno di produrre ancora, di essere.