domenica 13 marzo 2011

ossessiva insofferenza

Non avere altro da fare che dormire. Dormire  si, ma come rimedio alla noia. Quando non si ha nulla da fare, o meglio, nulla si vuole fare, è conveniente dormire, e se possibile, sognare. Ho sognato la cosa giusta da fare, l'ho fatta. La coscienza può esprimersi liberamente nel sogno..Di solito non sono nervosa, ma quando mi sento oppressa, sogno sempre una persona, ormai lontana fisicamente, che rappresenta la mia infanzia e adolescenza. E' forse l'unica donna con la quale abbia mai avuto un legame reale, un'intesa che rimane nel tempo e che mi lega nel sogno ancora a lei. Le ho scritto due parole, lapidee ma che verranno lette ai suoi occhi come mille pagine, e che mille pagine contengono e proteggono come uno scrigno. Aspetto la sua telegrafica risposta.
Forse ho voglia di un tempo di concretezza e non di solitarie e incorporee esperienze. Tornare in un luogo del passato rievoca antiche speranze di un liceo americano arancione. Sono entrata lì dopo quattro anni, tutto era uguale, ma tutto era cambiato. Era inconcepibile che io non dovessi ritornare in aula dopo il suono della campanella della ricreazione. E poi lui, il mio professore, che per cinque anni mi ha fatto entrare nella mente discorsi di cui ancora ricordo ogni frase, non ricordava il mio cognome...ma quello di mia madre, mi ha concesso meno di un attimo, ma un attimo era quello che il nostro dialogo ora, poteva sopportare. Anche la porta taglia fuoco non voleva aprirsi, quasi a trattenermi nel passato,e magari ci fossi rimasta.

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